Da bambina dicevo che mi sarebbe piaciuto fare un sacco di cose.. Nei miei sogni c’erano animali, disegni, creazioni, colori, prati verdi e montagne. C’erano le emozioni dei protagonisti dei cartoni animati e c’erano creature che prendevano vita nella mia immaginazione e di notte mi trasformavo nei miei animali preferiti e correvo correvo correvo. Immedesimarsi in qualunque professione e provarle in gioco tutte, rompendo tutte le tazzine della mamma fingendo di essere una barista. Gliele lanciavo da una parte all’altra del piano cucina perché dovevo servire tanti caffè e quindi dovevo essere veloce, ma qualcuna finiva per terra e allora si incazzava di brutto e metteva fine al gioco. Poi mi trasformavo in venditrice allora le prendevo tutti i soldi dal portafoglio perché con quelli veri faceva molto più figo. La cabina elettorale era un must e mi mettevo in una tenda a ricevere i votanti con le scatole per i voti. Poi disegnavo i cavalli. I cavalli erano praticamente il mio tema preferito e li sapevo fare bene già da piccola perché mia mamma mi faceva copiare da alcuni suoi meravigliosi libri da disegno. Allora c’erano cavalli dappertutto. Cavalli che correvano, cavalli che mangiavano, cavalli che camminavano.
L’estate su in montagna e il bagno al lago. Le tabelline che non mi rimanevano in mente perché non mi interessavano. Anche ora preferisco il lago al mare tra l’altro. Poi andavo in campagna dalla mia amica e non volevo più tornare a casa perché la era più bello.. più grande.. più selvatico. Era più. Punto.
Forse non ho mai smesso di giocare..Da adulti giocare = sperimentare.. alla fine se ci pensiamo bene non c’è grande differenza.
Il Tommi si diverte a inventare cose insieme a me e nei momenti difficili mi dice sempre che possiamo fare tutto se vogliamo. È la cosa che amo di più..di lui..della vita.. pensare di poter provare.